IoT: l’innovazione che sta muovendo il mondo
Internet of Things: l’innovazione che si muove in un mondo parallelo ancora sconosciuto ai più. Ne parliamo con Valerio Elia, Professore Aggregato di Ingegneria Economia presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università del Salento e CTO di Peachwire.

Professor Elia, Lei nasce come ricercatore di fisica e più tardi come pilastro per l’innovazione organizzativa dei prodotti automotive e dell’ICT nelle realtà pubbliche e private. Come vede lo scenario che si sta delineando nel campo dell’innovazione?
Senza dubbio oggigiorno l’IoT rappresenta la nuova rivoluzione: tutto e tutti connessi sempre e dovunque. A mio avviso però la parte che oggi vediamo è solo la punta dell’iceberg; la gran parte delle possibilità offerte da questo nuovo modo di vivere le cose e le interazioni tra persone e oggetti rimangono ancora inesplorate.
Nei prossimi anni l’IoT creerà infinite possibilità derivanti dalla combinazione di nuovi dispositivi e nuove applicazioni e si andrà in contro a quella che io considero la seconda ondata di innovazione basata su Internet dopo la prima ondata della Internet Economy negli anni ‘90.
E’ vero però che il concetto di Internet of Things sta per essere già soppiantanto da quello di Internet of Everything…
L’ubiquità della connettività fissa e wireless a larga banda rappresenta il pilastro su cui costruire le opportunità dell’IoT che allora diventerà IoE.
Nel mondo dell’IoT il semplice smartphone si trasforma in un oggetto magico che ci consente di aprire le porte, di fare il caffè, di pagare o scontare un coupon, di controllare la nostra casa, di leggere parametri ambientali, etc.
Secondo gli esperti di Cisco, nei prossimi 10 anni il volume di affari che si genererà grazie all’Internet of Everything, ovvero la connessione di tutto ciò che non era mai stato connesso, sarà di 19 milioni di dollari tra imprese pubbliche e private, le sembra realistico?
Nei laboratori di tutto il mondo si stanno mettendo a punto nuovi dispositivi sempre più piccoli e a basso consumo energetico, in grado di essere nodi autosufficienti di una rete più ampia. Si pensi alle tecnologie dell’energy harvesting (che consentono di recuperare energia da fonti esterne come il sole, il calore, il movimento, etc.) che sono una delle nuove frontiere dell’innovazione in questo campo. La stessa tecnologia dei dispositivi mobili, negli ultimi anni, ha contribuito alla diffusione dell’IoT con l’integrazione su smartphone e tablet di tecnologie come l’NFC e il Bluetooth Smart.
Non ci dimentichiamo inoltre che anche sul fronte delle applicazioni e dei servizi si stanno aprendo scenari interessanti sia nel settore consumer che in quello industriale.
Dai dispositivi wearable che permettono di sviluppare applicazioni per la salute e il fitness, alla domotica per le nostre abitazioni, all’automobile connessa. E sul fronte industriale?
Qui siamo ormai arrivati a quella che sarà la 4°rivoluzione industriale in cui si è interiorizzato e sviluppato il concetto di “manifattura intelligente” e soprattutto di “Industry 4.0” di cui sentiremo sempre più spesso parlare in Europa perché è lo scenario con cui si confronteranno le nostre imprese per non perdere la competizione con quelle americane. Con Industry 4.0 l’IoT entra nell’organizzazione e nella gestione delle imprese per aumentare la produttività e rendere la produzione più flessibile e personalizzabile. Le grandi aziende manifatturiere europee si stanno già confrontando con nuovi layout, nuove macchine connesse e nuove metodologie snelle di produzione e gestione, tutto questo abilitato dalle tecnologie dell’IoT. Il passaggio successivo è far diventare queste tecnologie accessibili alle piccole e medie imprese europee.
La mia visione è che nell’IoT avrà successo chi si specializza nella produzione delle tecnologie hardware abilitanti da una parte e chi svilupperà i nuovi servizi, gli “smart services”, dall’altra. Siamo solo agli inizi e, per chi lavora in questo campo, i prossimi anni saranno esaltanti e pieni di opportunità.