Marco Zanirati, CIO Polyedra
A colloquio con Marco Zanirati, CIO della spagnola Polyedra, parliamo di carta e innovazione, due parole che sembrano opposte ma che oggi riescono ad integrarsi

In un’azienda pluri-territoriale come Polyedra, come viene gestita l’integrazione fra le diverse componenti dell’architettura IT?
Il network Polyedra si è sviluppato negli anni cercando di avvicinarsi sempre di più ai propri clienti, posizionandosi nei centri logistici più importanti del territorio nazionale. Tutto questo però ha portato e porta ancora in evidenza le problematiche comuni a tutte le aziende che hanno filiali, depositi ecc.. cioè le connessioni tra i siti. Negli ultimi 15 anni la tecnologia ci ha aiutato molto, ma la scarsa affidabilità della rete e di copertura della stessa, ci ha portati a volte a cambiare i nostri piani o addirittura adottare soluzioni temporanee, rivelatesi poi definitive, affrontando costi imprevisti e cambi organizzativi, di processo.
La premessa era dovuta per rafforzare la scelta che abbiamo fatto più di dieci anni fa. Polyedra allora aveva 16 filiali commerciali, ognuna con il proprio magazzino e questo ci imponeva uno dispendio di energie, risorse e costi molto alti e una società di distribuzione che ha come unico obiettivo quello di consegnare entro le 12 ore, non poteva avere problemi nell’ambito dei processi informatici, pertanto a suo tempo adottammo la scelta di CitriX utilizzando thin-client della Igel, allora azienda tedesca che dopo attenti e scrupolosi test ci sembrò la migliore.
La piattaforma, che negli anni è cresciuta ed evoluta notevolmente, ci ha permesso di seguire tutte le nostre filiali e la forza vendite, composta da circa 150 agenti e solo 2 tecnici ed intervenire in loco solo per problematiche di evoluzione tecnologica e non per problemi quotidiani.
Oggi Polyedra si è ridimensionata, ha centralizzato molte delle filiali che erano sparse sul territorio, adottando comunque la stessa tecnologia, ma creando su tre poli specifici, Milano, Bologna e Roma dei call center avanzati utilizzando Siebel CRM, piattaforma che abbiamo in condivisione con la nostra casa madre spagnola, il gruppo Lecta, che risiede a Barcellona.
Come si pone Polyedra rispetto all’ammodernamento dei processi IT?
Polyedra in questi anni ha dovuto affrontare una crisi importante perdendo il 50% delle risorse interne e vivendo di rendita almeno fino al 2014, grazie alle scelte fatte fino al 2008. Il settore cartario è un comparto “vecchio”, l’evoluzione tecnologica richiede costi importanti, ma la crisi ci ha dato l’opportunità di riprendere temi che fino al 2008 non avevamo considerato e grazie anche al cambio dell’azionista nel 2012, siamo stati “costretti” ha rivalutare scelte che pensavamo solide e granitiche, come il cambio del sistema informativo o i processi di distribuzione e riorganizzazione dei call center, portando nuova tecnologia e soprattutto nuove idee su come approcciare l’organizzazione interna e di conseguenza migliorare i tempi di risposta e la qualità verso i nostri clienti.
In quali aree sono previsti interventi nel prossimo periodo?
Quest’anno sarà il primo anno “calmo” dopo la tempesta, intendo, dopo varie migrazioni e riorganizzazioni aziendali avvenute. Ci focalizzeremo sulle aree di vendita ad esempio attraverso lo sviluppo del nuovo sito di gruppo e la creazione di un e-Commerce specifico per i clienti già Polyedra, ma soprattutto i clienti finali.
Come si posiziona la figura del CIO rispetto alla gestione del business aziendale?
Questo è un punto dolente, il mondo della “carta” è un settore industriale molto lento, la carta non evolve, e se lo fa, necessita di anni e per un mondo paper less è veramente difficile sopravvivere. La figura del CIO è fondamentale nell’approccio ai progetti strutturati, ma dopo che questi sono già decisi a tavolino; egli non viene coinvolto in prima istanza sulla gestione del business aziendale dato che ormai nell’informatica tutto è possibile.
Questa visione può essere quasi vera se si parla dell’aspetto tecnologico, ma la macchina organizzativa necessita spesso di tempo e di decisioni a volte impopolari, lasciate al responsabile IT di turno, che deve riprendere il progetto, ripercorrerlo e adattarlo alla struttura aziendale.
C’è in realtà da dire che la figura del CIO, in Italia non è così presente come si pensa. Nel nostro Paese abbiamo tantissimi IT Manager cioè delle seconde linee ancora considerati degli smanettoni e spesso senza grandi autonomie.
Le cose però anche qui stanno cambiando ed anche l’IT Manager sta percorrendo il suo processo evolutivo, o meglio si sta certificando e sezionando, PMO, Project Manager ecc. Nei prossimi anni, anche grazie al cambio generazionale, le aziende potranno avvalersi di risorse specializzate formate negli atenei, resterà da vedere però se le PMI saranno pronte ad accogliere questo nuovo modus operandi.